Coltivare l'integrazione a Milano
Fondazione ISMU Milano
Fondazione ISMU Milano
A Milano il tema della coltivazione è stato riadattato al contesto, coltivando non campi ma orti urbani, aggiungendo come specificità un laboratorio la cucina. Si impara l'intera filiera, dalla terra alla tavola: costruire un orto urbano, coltivare cibi che poi si possano portare in cucina, cucinarli e presentarli in un piatto. Il primo passo è studiare le basi dell'agronomia, e fare la “carta di identità” di ogni pianta e fiore.
Tra i grigi palazzi milanesi spiccano le oasi verdi dell'orto e i foulard colorati delle donne che con pazienza e dedizione si prendono cura delle piante (e di loro stesse): “Oltre a semina, coltivazione e raccolto impariamo anche la manutenzione del verde, prendendoci cura del nostro orto-giardino”.
Marta, Fondazione ISMU
I laboratori sono anche faticosi: tra il freddo dei primi mesi e il caldo dell’estate e le difficoltà della conciliazione con gli impegni familiari non ci arrendiamo, trovando insieme, ogni volta, le soluzioni possibili.
Esraa, 24 anni, Egitto
L’approccio, in tutto quello che facciamo, è quello interculturale, indispensabile per costruire insieme il mondo che vogliamo. Il nostro è un laboratorio a tutto tondo: si impara a costruire i cassoni dell’orto, a riempirli con le giuste miscele di terra, seminato, curato e raccolto.
Un operatore, ISMU
Un operatore, ISMU
Tamat NGO
A Perugia, il laboratorio di agricoltura urbana, si trova su una piccola collina verde vicina al centro città: è stato scelto questo luogo anche perché è facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto pubblici.
Baccelli d'okra appena raccolti. Il raccolto deve essere fatto costantemente durante tutto l’arco del ciclo produttivo e solo manualmente per non rovinare sia la pianta sia il frutto. Il ciclo dell’okra ha una durata di circa cento giorni e la fioritura è continua, ma dipende molto da eventuali stress biotici ed ambientali. I primi frutti iniziano già ad essere pronti entro i 60 giorni dalla semina e crescono velocemente.
Moussa Doumbia, 30 anni, Mali
Moussa dopo il lavoro torna nel suo appartamento nel centro storico di Perugia. “Parte della nostra vita è rimasta nei nostri Paesi, non è facile partire pensando di non tornare per molto tempo. L'importante è trovare un posto dove sentirsi a casa e costruire una vita felice.”
Moussa è un volontario all’interno del progetto e contribuisce grazie alla sua capacità di mediazione culturale con i destinatari del progetto: la mediazione culturale è uno strumento fondamentale per il successo dei percorsi di integrazione di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e nazionale.
Moussa Doumbia, 30 anni, Mali
Lot Lawani, 30 anni, Mali
Lot vive nel suo appartamento nel centro di accoglienza. Al momento è in attesa di conoscere il risutato del percorso di riconoscimento della protezione internazionale. Il procedimento potrebbe durare molto a lungo e costituisce una chiave di volta nelle vite dei richiedenti asilo.
Lot Lawani, 30 anni, Nigeria
Lot Lawani, 30 anni, Nigeria
Associazione I Tetti Colorati Onlus
A Ragusa la prima tappa dell'attività è un laboratorio di italiano con nozioni tecniche sul lavoro agricolo. Poi è il momento della pratica, nei campi della tenuta Magnì. Qui si lavora per la preparazione del sesto d’impianto, la sistemazione del campo per gli ortaggi, soprattutto melanzane, cipolle, aglio. Studiare in campo guardando le coltivazioni è importante perché aiuta a capire meglio cosa fare e come coltivare e raccogliere i diversi prodotti.
“Studiare in campo guardando le coltivazioni è importante perché possiamo capire meglio quello che dobbiamo fare e vedere come si coltivano e raccolgono i diversi prodotti.”
Baba, Sonko, Kelvine Godwin
“A volte confrontiamo quello che stiamo facendo in quella giornata con quando stavamo nel nostro Paese e troviamo alcune cose molto simili ed altre diverse. Ad esempio l’utilizzo del motozappa che serve a muovere la terra e a renderla più morbida per la coltivazione.”
Babatunde Odusoga, 32 anni, Nigeria
Abdì
Abdì Mohamed, 50 anni, Somalia
Tra i sogni nel cassetto di Abdì c'è quello di avere un giorno un campo tutto suo, “per poter coltivare i miei ortaggi preferiti: melanzane, fave, cipolle, aglio e lattuga. E poi mi piacerebbe molto sviluppare una coltivazione di datteri, che mi piacciono tantissimo.”